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Semplicemente Donna!: Kouros presenta Andreea Ioana Dorneanu, l’arte come riscoperta di sé!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nell’ambito della collettiva Semplicemente Donna! ospitata a Firenze presso Simultanea Spazi d’arte dal 25 Novembre al 7 Dicembre, l’Associazione Kouros è lieta di presentare l’artista Andreea Ioana Dorneanu, che espone un progetto sulle donne intitolato “Sguardo di donna”.

 

Andreea, parlaci un po’ di te… Com’è nata la tua passione per l’arte?

Sono nata nel 1985 a Bacau in Romania. In questa città vi è un’unica scuola d’arte, scuola che ho sempre sperato di frequentare. Fin da molto piccola, ricordo di aver disegnato su qualsiasi cosa; prima ho iniziato a scarabocchiare i visi delle bambole, poi sono passata a fogli di carta sui quali disegnavo quasi sempre ritratti o modelle con vestiti da copertina ed infine sui quaderni scolastici, ovunque trovavo del bianco libero. Arrivò presto il momento di presentarmi alle prove di ammissione per l’iscrizione alla scuola superiore d’arte, ma nonostante le mie prove fossero apprezzate, non fui ammessa. Purtroppo in Romania, a quel tempo, non si veniva ammessi solo per la bravura o le capacità, ma in tanti casi si facevano distinzioni sociali relative al reddito delle famiglie. La mia famiglia non era benestante ed io, con profonda delusione, vidi passarmi davanti persone ingiustamente privilegiate. Una brutta realtà che si ripeteva nuovamente nei miei confronti, mia madre vent’anni prima subì la medesima ingiustizia.

Questa cosa mi ha fatto particolarmente male, tanto da  passare quasi 15 anni senza quasi mai toccare matite o qualsiasi altra cosa avessi a disposizione per disegnare; sembrava che l’ispirazione non arrivasse più e che la vita frenetica che stavo attraversando mi impedisse di ritrovare la mia tranquillità, quello stato d’animo positivo che mi dava la voglia la lasciare un mio segno su ogni cosa…fino al momento in cui qualcosa dentro di me è cambiato ed ho nuovamente sentito il bisogno di ricominciare a segnare a schizzare a disegnare quello che avevo dentro , la mia arte…….e da lì piano piano riscoprendo me stessa ho riscoperto la voglia e il desiderio di comunicare attraverso le emozioni che comunicano i miei disegni, le mie piccole opere d’arte.

 

Alla nostra collettiva esponi un progetto sulle donne dal titolo “Sguardo di donna”, nel quale presenti donne di diverse etnie ed estrazione sociale, concentrandoti in particolare sul loro sguardo.. parlaci un po’ di questo progetto e spiegaci meglio com’è nato?

Tutta colpa di Beethoven! Ne conoscevo il nome e la fama, ma non lo avevo mai ascoltato veramente. Un giorno, mentre ero in cucina, cominciai a disegnare due grandi occhi senza un obiettivo, volevo lavorare alle sfumature di grigio a matita come al mio solito e nel frattempo ascoltavo Beethoven…improvvisamente dentro di me crebbe la voglia di aggiungere del colore e presi in mano gli acquarelli, colorai l’iride degli occhi di varie sfumature, ma Beethoven incalzava ed arrivata la Sinfonia n.5 con il suo ritmo insistente sentii il bisogno di contornare il disegno di pennellate di colore rosso intenso…era la prima volta che avevo voglia di colore così intenso e di mischiare varie tecniche per raggiungere quello che vedevo al momento realizzato solo nella mia testa. La mia mano scivolava a tempo di musica come mai sulle note tempestose della sinfonia. Il risultato finale mi sorprese, non studiai niente in anticipo, tanto è vero che stavo dipingendo su un cartoncino e non su tela, su quello che avevo a disposizione in quel momento, con colori acrilici che da tempo tenevo nascosti in una scatola che portavo sempre con me in occasione delle vacanze estive con la fioca speranza che mi tornasse l’ispirazione. Dipinsi per la prima volta nella mia vita in quel modo e lì nacque il mio primo “sguardo di donna “ .

Nei giorni successivi in compagnia di Beethoven realizzai altri volti di donna, altri sguardi dipinti ad acrilico. Venni poi a conoscenza di un concorso nel quale potevo presentare un progetto e così dopo essermi iscritta partecipai completando i miei dieci sguardi. In un primo momento chiamai la mia opera “La donna contemporanea”, ma forse il nome non era il suo visto che chi guardava i miei disegni non faceva altro che parlare delle emozioni che comunicavano gli sguardi intensi delle mie donne e così variai il nome in “Sguardo di donna”…questo è ora il suo vero nome.

 

Quando ti metti di fronte al foglio bianco sai già cosa vuoi rappresentare o ti lasci guidare dall’istinto?

Come ho iniziato il progetto “Sguardo di donna” mi piace lasciare libera la mia fantasia. Non studio i particolari perché mi piace vedere che cosa mi riserva il mio stato d’animo in quel momento, come quando ascolto la musica mentre dipingo. Per questo progetto da metà in avanti ho dovuto imporre una linea guida per avere un senso, ma i particolari dei dipinti, come i colori, sono stati scelti al momento della pennellata.

 

C’è un messaggio particolare che intendi offrire attraverso la tua arte?

Tutto quello che ci circonda: la creazione di Dio, il Bing Bang, tutto quello che ci emoziona e ci lascia senza parole è arte.

Tutti abbiamo dei doni ma non li vediamo, tutti siamo unici, ma non ce ne accorgiamo. Ci intristiamo invece di gioire dei nostri doni, i nostri occhi perdono la loro lucentezza e diventano bui e ci lanciano sguardi intensi e pieni di malinconia.

In quel momento dallo sguardo traspare la nostra disperazione interna, la nostra incredulità, il nostro disorientamento e da quello sguardo così intenso percepiamo la necessità di un cambiamento. Un cambiamento dentro di noi…un cambiamento nello sguardo…un cambiamento nel modo di vedere cose, le cose semplici della vita.

Ricominciare a vedere con i nostri occhi e non con gli occhi di chi vuole manipolarci per portarci alla tristezza e all’insoddisfazione. Abbiamo dentro tutto ciò che ci occorre per essere felici con noi stessi e con gli altri. 

Il dono della parola, della scrittura, della pittura hanno cambiato il mondo quando non vi è stata la paura di esprimerli…chi si è espresso ha cambiato il mondo.

Oggi il mio motto è: …“vivere la vita è un’arte e per apprezzare la bellezza del mondo dobbiamo guardare attraverso l’occhio dell’artista”.

 

La collettiva “Semplicemente Donna” è stata inaugurata proprio nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne (25 novembre).. qual è il messaggio che vorresti dare alle donne che in questo momento si trovano ad essere vittime di violenza?

Ci tengo a ricordare che prima di essere vittime di violenza fisica molte donne attraversano uno spazio di inconsapevolezza di loro stesse, non si conosce il proprio valore e quindi già loro stesse non si considerano degne di essere amate, di essere rispettate e cadono per essere facile preda dei loro aggressori o di chi le vuole plagiare.

Bisogna essere convinte del proprio valore e ricordarsi quanto una donna sia importante a partire dalla famiglia, lei è donatrice di vita, lei è madre, moglie, amica…

Ricordatevi che un gesto così grottesco non può essere definito disciplina…

Per schivare certe situazioni spiacevoli si può imparare a riconoscere certi atteggiamenti, non chiudete gli occhi a certi segnali, fidatevi dalle persone che vi amano e vi danno dei consigli perché hanno visto più lungo….

Guardate nella profondità dei vostri occhi…che cosa vedete? Tristezza, amarezza…paura? Ricordate che lo sguardo non mente mai…La vostra vita è nelle vostre mani.

 

Che cosa hai in mente per il futuro? Quali altre manifestazioni artistiche dovremo aspettarci da te?

Il mio progetto futuro non è solo quello di dipingere ma di praticare anche altre forme d’arte come la scrittura o l’arte sartoriale che già mi accompagna nel mio percorso da un po’ di tempo. Mi piacerebbe aiutare altre donne che si sentono intrappolate nella frenetica vita quotidiana e non riescono a vedere una via d’uscita suggerendo loro e invitandole a dare spazio ad una forma d’arte nella propria vita. Sono certa che sia una soluzione che possa dare vita a una grande soddisfazione. Cercherò di essere presente ogni volta che potrò, in quei contesti dove la mia arte possa comunicare un messaggio positivo.

 

Ti ringraziamo per il tempo che ci hai concesso, e per aver condiviso con noi le tue emozioni più profonde, attraverso l’arte tu hai riscoperto te stessa, e attraverso la tua arte noi riscopriamo le nostre più intime fragilità, delle quali tu ci insegni a fare tesoro, trasformandole nei nostri punti di forza…grazie per il tuo prezioso contributo, i tuoi sguardi di donna ci insegnano ad andare oltre il visibile e a leggere attraverso gli occhi degli altri quello che spesso non riusciamo a leggere nei nostri.

 

Associazione Kouros

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