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IL NUDO, TRA SEDUZIONE E PROVOCAZIONE: Kouros presenta Lucia Mambrini, l’artista che dà spazio all’interiorità umana…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nell’ambito della collettiva “Il Nudo: tra seduzione e provocazione” ospitata a Firenze presso Simultanea Spazi d’arte dal 26 Settembre al 7 Ottobre, l’Associazione Kouros è lieta di presentare l’artista Lucia Mambrini, che espone un progetto sul disagio e la difficoltà di accettare il proprio corpo.

 

Lucia, aiutaci a conoscerti meglio raccontandoci com’è nata questa tua passione per il mondo dell’arte e perché hai scelto proprio di esprimerti attraverso la fotografia?

 

Credo che la mia passione per l’arte derivi da una parte dai miei genitori, che fin da piccola mi hanno trasmesso questa passione insieme all’esigenza dell’essere curiosi e del conoscere. Dall’altra parte, credo che amare o creare arte, sia una questione di necessità, più che di scelta. Ho sempre avuto (purtroppo e per fortuna) una spiccata sensibilità e un’estrema voglia di esprimermi. Negli ultimi anni ho scoperto la fotografia come mezzo per farlo, la prediligo, ma non è l’unica cosa che mi appassiona. Amo anche e soprattutto il cinema e la letteratura (e le altre arti). Il linguaggio fotografico ha una sua particolarità che è perfetta per alcune idee, ma non per altre. Ciò che amo della fotografia è il carattere ambiguo che si crea fissando in un quadro quel determinato istante. Cosicché chi la guarda è costretto a chiedersi cosa c’era prima e dopo, il perché e il come di quello scatto.

 

Quali messaggi o significati vuoi trasmettere agli spettatori che si trovano ad osservare le tue opere?

 

Vorrei poter colpire gli spettatori, scuoterli in qualsiasi modo, anche negativamente. Vorrei che davanti alle mie opere si sentissero confusi. Vorrei che si ponessero delle domande sul significato dell’opera, ma anche sulle loro vite; che si insinuasse in loro il dubbio, che percepissero il conflitto, mio e loro. Vorrei che tutto ciò li facesse riflettere e magari modificare le loro esistenze. È quello che l’arte fa a me. Non credo ancora di riuscirci, ma è quello a cui aspiro.

 

Cosa ti ha spinto a partecipare alla collettiva sul Nudo? Hai particolari attese a riguardo?

 

Molto del mio lavoro si concentra su questo aspetto. Amo il corpo umano, come mi affascinano tremendamente le persone e gli sguardi. Ho tanti progetti e tanti lavori, ma non li ho mai esposti. Avevo bisogno di tirarli fuori dal cassetto.

 

La nostra curatrice ti ha selezionato proprio per la tua creatività e per la tua voglia di sperimentare. Sappiamo che avevi molte idee da proporre ma alla fine è stato scelto “No-body”, un progetto che consta di 9 scatti, di cui 6 in mostra. Spiegaci meglio questo progetto: da dove nasce e qual è il significato insito in quest’opera?

 

No-body” si concentra sul concetto del disagio di chi percepisce con insofferenza e insoddisfazione il proprio corpo (o più precisamente "l'immagine" di esso). Non sopporto questo lato della società che predilige l’aspetto esteriore a discapito di quello interiore. L’apparenza non mi interessa, ma il dovercisi adeguare mi avvilisce. Questo in fondo è un lavoro molto intimo e personale. Si tratta di un lavoro di autocoscienza e autocritica ed esporlo fa parte di un percorso di crescita personale oltre che creativo.

 

Sei una ragazza giovane e sicuramente piena di progetti per il futuro.. Quali sono, però, i tuoi prossimi obiettivi?

 

Il mio prossimo obiettivo è un lavoro di reportage fotografico e video che sarà l’oggetto della mia tesi. Un documentario che fonderà ricerca storica e personale. Vorrei che risultasse un bel lavoro, oltre che per la tesi, anche per poterlo presentare in futuro. Sarà il mio primo lavoro “serio”. Dopo essermi laureata poi, l’obiettivo sarà trovare il modo di vivere di tutto questo. Non facile.

 

Grazie Lucia per le tue risposte e per averci insegnato attraverso le tue opere che in un mondo dove l’esteriorità fa da padrone e il concetto di bello è sempre più storpiato, con conseguenze a volte devastanti per chi è fuori da certi canoni precostituiti, bisogna invece andare oltre le apparenze e accettarsi per quello che si è, ponendo in primo piano quello che siamo e non quello che sembriamo…

 

Ass. Kouros Lucca

 

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