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Kouros presenta: Marco Rossi, vincitore del primo premio alla I edizione del Concorso “Amore Materno”, sezione fotografia...

 

La delicata immagine di una madre che sorride ad un figlio ed una frase molto semplice ma efficace: "Per una madre avere un figlio significa almeno una ragione per sorridere ogni giorno"; è così che ci ha conquistato Marco Rossi, ottenendo dalla nostra giuria il primo premio per la sezione fotografia nell’ambito del concorso “Amore Materno”, indetto dalla nostra associazione.

 

 

Kouros: Ma chi è Marco Rossi e come è nata la sua passione per la fotografia? Lo chiediamo subito al diretto interessato… parlaci un po’ di te Marco!

 

Marco: Innanzitutto un grazie immenso a voi di Kouros per questo riconoscimento e per portare avanti iniziative culturali di questo tipo: faccio questo preambolo perché ritengo che non siano mai abbastanza i ringraziamenti per chi fa e promuove cultura.

 

Marco Rossi ufficialmente è un dottore di ricerca in Fisica, mentre l’appassionato di fotografia che vi ha spedito la foto è il suo alter ego artistico J.D.Reds: non è un nome d’arte, ma una sottolineatura del dualismo razionalità-spontaneità che mi accompagna da sempre interiormente.

 

La fotografia per me è una passione come altre che è sbocciata dopo aver maturato tantissima curiosità ogni volta che da piccolo osservavo foto e fotografi in azione, in particolare mio zio Valentino; mi domandavo continuamente cosa lo spingeva a non comparire mai nelle foto per restare sempre dietro all’obiettivo della sua macchina fotografica o da ripresa… da qualche anno credo di averlo capito.

 

Dopo esperimenti all’università da puro autodidatta ho partecipato a un corso del fotografo marchigiano Alessandro Brugnettini (www.abfotos.it) del quale ho subito condiviso l’approccio all’immagine, all’inquadratura e al concetto di fotografia. Oltre ai rudimenti tecnici Alessandro mi ha insegnato soprattutto quello che poi ho cercato di sviluppare anche da solo e cioè l’originalità del prodotto finale e il ripudio per tutto ciò che è scontato e privo di spontaneità.

 

Kouros: Cosa ti ha spinto da uomo ad esprimerti sul tema dell’amore materno?

 

Marco: I bambini sono da sempre uno dei miei soggetti preferiti insieme ai musicisti, ai ballerini e agli sportivi. Un comune denominatore di questi soggetti è che il 90% delle foto in cui vengono immortalati sono attimi di vita in cui vengono abbattuti i loro condizionamenti mentali dettati dal contesto e dalla situazione sociale nella quale sono inseriti. In poche parole si isolano da quello che hanno intorno e risultano più spontanei in quello che stanno facendo; proprio i bambini sono i più spontanei tra gli esseri umani anche in contesti socialmente caotici e complessi come possono essere una piazza piena di gente o una spiaggia estiva popolata da turisti.

 

Premesso questo, l’amore materno è stato un tema che mi ha coinvolto subito in quanto ritengo il rapporto madre-figlio uno dei gioielli che la natura quotidianamente ci offre; una madre, quando è in compagnia di un figlio, perde anch’essa quei condizionamenti mentali di cui parlavo prima. Me ne rendo conto ogni volta che vedo madri coi propri figli (come Sara e Gioele, soggetti del ritratto che ha vinto il concorso); in loro scopro, anche umanamente, spunti fantastici per arricchirmi interiormente e non posso fare a meno di scattare foto.

 

Kouros: Prendendo spunto dal titolo della tua opera, quali e quante sono per te le ragioni per sorridere nella vita?

 

Marco: Le ragioni per sorridere nella mia vita sono tante perché sono una persona ottimista e positiva, nonché veramente fortunata. Al tempo stesso sono una persona che ama le cose semplici: dopo 18 anni in giro per l’Italia ho deciso di lasciare la vita delle grandi città e tornare a stabilirmi nel mio paesello d’origine, Sassocorvaro, nel Montefeltro, che per certi versi è il ritratto della semplicità.

 

Questa semplicità potrebbe essere interpretata da molti come ‘noia’ o ‘assenza di motivazioni’ mentre da quando sono tornato io trovo in ogni cosa un motivo per sorridere: guardo la Rocca Ubaldinesca o il lago di Mercatale ...e sorrido; posso vedere ogni giorno i luoghi della mia infanzia, gli amici di sempre, i miei genitori e la mia ragazza …e sorrido; …pago il caffè a Giovi, il vecchietto del ricovero che mi ringrazia con un benaugurante ‘…campassi 100 anni!!’ …e non posso che sorridere e così potrei farvi un elenco di svariate pagine.

 

Personalmente credo che non ci sia un numero limitato di ragioni per sorridere, ma comunque tutte quante sono intimamente legate alla semplicità dei gesti e delle azioni.

 

Kouros: Che cos’è per te fotografare? Un passatempo, un’arte del nostro tempo, o più semplicemente una maniera originale di creare emozioni, afferrando piccoli attimi di vita?

 

Marco: Fotografare in passato per me era un passatempo ma pian piano è diventato una vera e propria esigenza, per la precisione “un’Esigenza d’Espressione”.

 

Condivido la vostra definizione ‘maniera originale di creare emozioni’, ma l’emozione in primis deve essere quella del fotografo che scatta. La fotografia è un’arte e come in tutte le arti, l’artista deve essere il primo a emozionarsi se vuole emozionare il suo pubblico. Seguendo questa regola aurea valida per la fotografia, come per la pittura, per il teatro o per la musica ricordo sempre una frase che mi disse James Thompson, saxofonista di Zucchero: ‘…se non ti diverti tu, come fanno gli altri a divertirsi???...’. Vero, anzi verissimo.

 

Poi è ovvio che non sempre un fotografo che si emoziona riesce anche ad emozionare con le sue foto: ma per riuscire in questo è necessario un mix di abilità e fortuna che non sempre può essere governato da regole precise.

 

Kouros: Quali sono i tuoi prossimi progetti?

 

Marco: In testa ho tante cose, di sicuro troppe, visto che è sempre difficile trovare il tempo per realizzare tutto quello che si pensa.

 

Mi piacerebbe dedicarmi al mio territorio, l’entroterra della provincia di Pesaro-Urbino e magari far uscire anche qualche pubblicazione fotografica legata sia agli aspetti culturali che rurali che caratterizzano il Montefeltro.

 

Sto anche sviluppando una produzione artistica che preveda un mix di tutte le mie passioni principali e cioè fotografia, pittura, musica e teatro ma ancora gli esperimenti che ho condotto su questo progetto non mi soddisfano: caratterialmente ammetto di avere un ego molto sviluppato ma al contempo l’individuo da cui pretendo ed esigo di più sono proprio io. 

 

Passato questo primo difficile scoglio poi esigo sempre il parere della mia ragazza Irene su quello che faccio e produco: anche se non lo do troppo a vedere la sua parola pesa sempre molto sull’ago della bilancia, perché lei a volte dimostra di conoscermi meglio di quanto mi conosca io stesso.

 

Kouros: Rimanendo in tema di fotografia, quali sono gli obiettivi che ancora ti prefiggi?

 

Marco: A breve vorrei perfezionarmi tecnicamente con qualche focus mirato insieme ad Alessandro per le foto in studio ed i reportage; credo che in campo artistico (e non solo) ci sia sempre da imparare quindi credo che quello di perfezionarmi sarà sempre un obiettivo costante anche a lungo termine. L’importante è che la richiesta di perfezionamento venga costantemente dalla mia parte interiore, motivata sempre dalla sete di conoscere e imparare e non da obiettivi di successo o carriera.

 

A Bologna il mio insegnante di ingegneria del suono MuCe, persona da cui ho imparato veramente tanto, mi diceva sempre: ‘…non chiederti mai chi vuoi diventare, chiediti sempre cosa vuoi imparare…’. Bene, questa è la regola che da tempo seguo nella vita ed è questa la filosofia con cui mi approccio e mi approccerò sempre anche alla fotografia.

 

Grazie Marco per il tempo dedicatoci e complimenti per questo meritato riconoscimento!!! Sentiremo ancora parlare di te…ne siamo certi…e anche voi, come lui, continuate a vivere di passioni, perché, non dimenticatelo mai, sono proprio quelle che ci tengono in vita e ci permettono di respirare nell’affannoso vortice dell’esistenza umana!!! 

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