top of page

Orietur in tenebris lux tua!: Kouros presenta Chiara Lovera e il rapporto luce-tenebre in chiave onirica..

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nell’ambito della collettiva “Orietur in tenebris lux tua-Arte contemporanea tra luce e tenebre” ospitata a Lucca presso la sala comunale Corte dell’Angelo dal 28 Febbraio all’8 Marzo, l’Associazione Kouros è lieta di presentare l’artista Chiara Lovera, che esporrà un’opera su cartoncino dal titolo “Horses in the dark”…

 

 

Chiara, parlaci di te… Come e quando nasce la tua passione per l’arte?

 

Semplicemente non ricordo di non aver mai disegnato, colorato e, in seguito, dipinto. Ho sempre cercato di riprodurre cosa vedevo attorno a me, i colori, le sensazioni, degli effetti particolari. Disegnare e dipingere sono tra le cose che ho sempre preferito fare, pur coltivando altri interessi, ma la pittura e l’ arte in generale hanno sempre occupato, e occupano tuttora, un posto speciale dentro di me.

Questo mi ha portata a frequentare il Liceo Artistico e sono poi rimasta in contatto con l’ arte in maniera “teorica” scegliendo di studiare Scienze dei Beni Culturali nella mia città, Torino. Non ho comunque abbandonato l’ aspetto “pratico” dell’ arte, continuando a dipingere e disegnare, anche se solo recentemente sono potuta tornare a dedicarmi alla pittura con maggior frequenza rispetto agli anni precedenti.

 

Alla nostra collettiva esporrai un’opera dallo straordinario effetto visivo e dal sapore quasi onirico, derivante anche dai contrasti chiaroscurali da te realizzati con grandissima abilità. Raccontaci come è nata e cosa intendi rappresentare attraverso di essa?

 

Grazie. Ricordo bene cosa ho pensato mentre prendeva forma l’ idea di questi cavalli; normalmente si parte da una tela o un foglio immacolati, disegnando una traccia e aggiungendo colore fino a che il soggetto non prende forma. Io mi ero trovata tra le mani questo foglio nero e ho pensato di fare esattamente il contrario, fare emergere un soggetto dall’ oscurità.

Avrei potuto rappresentare un tema differente, ma la scelta è poi caduta sui cavalli perchè sono creature che adoro, sin da quando ho capito cosa fossero (e infatti i cavalli sono uno dei miei pochissimi soggetti ricorrenti).

Posso anche aggiungere che, per quanto ami i colori, sono molto affascinata dal bianco e nero, per cui, quando soggetto e immaginazione me lo permettono, mi azzardo a realizzare opere in questa direzione; “Horses in the dark” è stato uno dei primi.

 

Come nascono le tue creazioni? Sono il risultato dell’istinto o di un progetto già configurato nella tua mente?

 

Mi ricollego a quello che affermavo nella precedente domanda: i cavalli sono soggetti ricorrenti, che amo particolarmente, e proprio in base a quello che amo nascono i miei lavori.

Sicuramente seguo molto più l’istinto che un qualche progetto, a volte vedo qualcosa che attrae la mia attenzione (per esempio un delizioso angolino pieno di fiori in un giardino fiorito a maggio), un particolare, un gioco di luce (recentemente ho realizzato di getto un piccolo quadro su un gioco di luci dai toni caldi sulla riva di un fiume di notte), un gesto,un’espressione. La vista, la visione di qualcosa che mi stimoli, mi ispiri, mi accenda la famosa “lampadina”, sono fondamentali.

In altri casi, a volte anche nel bel mezzo della notte, mi viene un’idea per un quadro, magari con una tematica e un messaggio più complicati, e in quel caso necessito di un piccolo progetto: per esempio ho in mente un quadro che avrà come sfondo un paesaggio nebbioso e anche un po’ lugubre, per cui ho cercato immagini di paesaggi immersi nelle nebbie e mi sto esercitando a realizzarli in base a quello che è l’effetto finale voluto. In ogni caso mi piace provare a realizzare sempre nuovi soggetti, pur non disdegnando lavori più canonici come nature morte e paesaggi.

 

Hai particolari progetti per il tuo futuro artistico? A quali altre estrinsecazioni assisteremo da parte tua?

 

Ho iniziato da poco a collaborare con gallerie, associazioni culturali e a partecipare a qualche concorso, per cui il mio futuro artistico è ancora piuttosto incerto; ovviamente spero che i miei lavori vengano apprezzati, ma questo non dipende solo da me. Sicuramente continuerò a fare quello che sto facendo, perchè dipingo in primo luogo per passione e per me stessa: continuerò a dipingere soggetti che sento “miei” e che a modo mio posso condividere con chi li apprezzerà.

 

La collettiva “Orietur in tenebris lux tua”, da noi organizzata, ha come obiettivo non soltanto quello di indagare sul rapporto luce-tenebre, da sempre tematica fondamentale della storia dell’arte, ma allo stesso tempo di far riflettere lo spettatore sulle “tenebre” che avvolgono la vita di ognuno, svolgendo una funzione quasi “salvifica”, capace di aiutarlo a ritrovare la propria luce interiore. Qual è il tuo pensiero a riguardo? Credi che l’arte possa svolgere un ruolo che vada al di là del semplice piacere visivo?

 

Questa tematica e questa domanda mi coinvolgono molto da vicino: senza entrare troppo in dettaglio posso dire che dopo la perdita di una persona cara sono stata diversi anni senza toccare colori e pennelli, perchè era una dote che apprezzava in me. Per lo stesso motivo (non l’ unico) ho poi ricominciato a dipingere, perchè ne era orgoglioso, e ho iniziato a mostrare le mie opere. Posso dire di aver avuto già modo di indagare sul rapporto luce- tenebre e secondo me tenebre e luce coesistono in ciascuno di noi, cambiano solo le percentuali.

Sono più che convinta che l’ arte vada ben oltre il semplice piacere visivo, credo che possa e debba coinvolgere tutti i sensi e trasmettere emozioni che trascendono la sola vista, ma non sempre è facile riuscire a creare opere che trasmettano tutto quello che vorremmo ( personalmente quando non ci riesco è molto frustrante): per esempio, una delle prime opere che mi vengono in mente in questo momento - ma potrei citarne mille altre - è il famosissimo “ L’ urlo” di Munch: noi vediamo una figura urlare, ma al contempo non abbiamo l’ impressione di conoscere il suono di quell’ urlo o addirittura sentirlo?

 

 

Grazie Chiara per le tue parole, la tua arte così viva e così vera è un barlume di luce nel buio dell’esistenza. In fondo quei cavalli che provano ad ergersi dall’oscurità non siamo altro che noi che dalle profondità più nere del nostro vivere riusciamo a sollevarci facendo della speranza il nostro faro…è un insegnamento e un monito per tutti coloro che questo bagliore non riescono ancora a vederlo…

 

Associazione Kouros

bottom of page