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Semplicemente Donna!: Kouros presenta Francesca Patanè, l’artista che sa leggere nel cuore delle donne!

 

 


Nell’ambito della collettiva Semplicemente Donna, alla sua seconda edizione, ospitata quest’anno a Roma presso Evasioni art Studio dal 25 Novembre al 2 Dicembre, l’Associazione Kouros è lieta di presentare l’artista Francesca Patanè.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Francesca, parlaci un po’ di te… Quando e come hai scoperto la tua passione per l’arte?

 

Non posso identificare un momento esatto. Forse è innata. Posso dire di aver sempre amato disegnare, trasformare oggetti creandone di nuovi, osservare attentamente dettagli. Tuttavia, ho capito che l’arte poteva essere un modo alternativo per esprimermi attraverso un linguaggio non verbale quando ho realizzato che attraverso un’immagine difficilmente si corre il rischio di essere fraintesi. Con le parole, invece, il rischio è altissimo. I primi approcci sono stati di sperimentazione, da autodidatta, del disegno, della pittura, e anche della ceramica.

La scelta della pittura come mezzo preferenziale, nel 2014, a seguito del mio incontro con l’artista spezzina Gloria Giuliano, la mia maestra, che mi ha permesso di acquisire le necessarie nozioni tecniche della pittura con acrilici.  

 

Cosa accade nel momento magico in cui ti accingi a creare le tue opere? Riesci a descrivere le sensazioni, i pensieri che ti passano per la mente in quel preciso istante?

Tutto inizia con un’intuizione. Può generarsi ovunque e in qualsiasi momento: scorrendo immagini su internet, ascoltando canzoni o anche semplici suoni, oppure leggendo un libro o passeggiando. Spesso sono dei piccolissimi dettagli a catturare la mia totale attenzione. L’intuizione evolve poi in un pensiero che si fissa nella testa, ossessivo,  che è quello di rappresentare per forza e ad ogni costo quell’idea originale.

Quando l’ossessione cessa capisco che la mia opera è terminata.

 

Alla nostra collettiva esponi due opere contraddistinte da un intimismo ed una notevole capacità introspettiva che come in una istantanea mirano a cogliere la donna in due particolari momenti, cercando di leggere nelle profondità della sua anima! Come sono nate queste opere e qual è il messaggio che ti piacerebbe trasmettessero all’osservatore che vi si trova di fronte?

 

I soggetti femminili sono decisamente quelli che prediligo, forse perché mi piace raccontare di personaggi in cui riesco perfettamente ad identificarmi. In fondo sono tutti autoritratti, non letteralmente s’intende.

Con Donna su tela:8 marzo 2016 volevo un’immagine che evocasse il silenzio che ci circonda, parlo da donna, quando cerchiamo di dare un ordine a quel groviglio di domande, speranze, desideri, rimpianti che pesano sulla nostra anima quando decidiamo di vedere il nostro vero riflesso allo specchio. Quello che noi siamo e non quello che vorremmo essere né quello che vedono gli altri di noi. Il fumo usato come espediente per nasconderci alla vista di chi non dovrà mai vedere la verità. Quello che le donne non dicono, l’8 marzo così come tutti i giorni dell’anno.

Il grande artista Francesco Vaccarone che ha tenuto a battesimo la tela lo scorso Maggio alla mostra Gloria Ensamble presso l’Urban Center di La Spezia, ha così descritto l’opera: “l’8 marzo di Francesca Patanè è in realtà la celebrazione ed il festeggiamento di un’amara condizione di solitudine, svuotato quindi del suo significato originario”, interpretando bene il mio pensiero.

Al numero 10 ha una storia diversa. Mi era stato proposto di partecipare ad una collettiva che aveva come tema “Tivegna”, un antico borgo nello spezzino. Non conoscendolo una domenica sono andata a farci una passeggiata insieme a Jack, il mio cane, e l’intuizione di cui prima l’ho avuta davanti a questa scalinata con la porticina rossa in cima, il numero civico 10 ripetuto all’inizio e alla fine della scalinata. Vi ho immaginato una donna in fuga da ciò che più la spaventa ma anche la seduce e attrae.

Singolare il fatto che il giorno dell’allestimento della mostra ho conosciuto la proprietaria dell’appartamento di quel numero 10 ed era somigliante in maniera impressionante alla donna ritratta.

In quanto ai messaggi, non ce ne sono. Sono racconti, testimonianze di vita.

 

 

La collettiva “Semplicemente Donna”, inaugurata anche quest’anno nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne (25 novembre) si pone come occasione volta a celebrare l’universo femminile nelle sue diverse sfaccettature e al contempo come momento di riflessione sul tragico tema della violenza sulle donne.. A tal proposito c’è un messaggio che ti senti di mandare alle donne che subiscono o hanno subito atti di violenza?

 

Siate sempre fiere di essere umane. Non nascondetevi dietro maschere di fumo, non respingete le vostre lacrime con il rischio di affogare. Gridate il vostro dolore, il vostro orrore. Gridate forte il vostro nome, perché vi potranno oltraggiare in ogni modo ma nessuno potrà mai appropriarsi della vostra dignità se non siete voi stesse a cederla. Non siete sole, non lo sarete mai se uscite allo scoperto.

 

Che cosa hai in mente per il futuro? Quali altre manifestazioni artistiche dovremo aspettarci da te?

 

Il futuro è ancora tutto da scrivere, anzi da dipingere. In mente ho solo che finché avrò qualcosa da dire, spero di farlo attraverso i miei quadri.

 

 

Grazie Francesca, per le tue parole e per la tua arte che come un bel libro ci racconta con delicatezza frammenti di vita tutti da rivivere attraverso le storie che hai impresso sulla tela e nelle quali ci identifichiamo quasi come se ci guardassimo allo specchio; ed è proprio in quel riflesso che ritroviamo la nostra anima…

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